Il Casentino è terra di Santi e di eremiti ma anche di poeti e di artisti, di letterati e di studiosi. Una terra tanto bella e tanto amata in passato come ai nostri giorni.

Petra Verna è il vero nome del celebre Monte, così chiamato fino dagli antichi tempi. Qui, sul Mons Alvernus, anche Francesco ebbe il suo incontro con il Divino:

“Nel crudo sasso infra Tevere ed Arno.
Da Cristo prese l’ultimo sigillo,
che le sue membra due anni portarno.”

Come ricordato nei versi danteschi del XI canto del Paradiso, e dove da Cristo ebbe il dono dell’ultimo “sigillo”: le stimmate, le cinque piaghe.

Ed il Rotary, i Club dell’Area Etruria, hanno deciso di iniziare il loro anno rotariano dalla Verna con un interclub che ha visto una numerosa partecipazione di soci e dei loro familiari ad una passeggiata tra lo sportivo ed il culturale prima nella foresta casentinese, tra le stupende cattedrali a cielo aperto di faggi e di abeti, e di seguito visitando il museo ed il convento francescano.

Difficilmente si può immaginare qualcosa di più fantasioso di queste rupi enormi e coperte di lussureggiante vegetazione, frastagliate, squarciate e rovinate l’una sull’altra, le quali formano il monte che pare sorga ad un tratto da un suolo quasi piano.

E si comprende come lo sforzo di spiegare un semplice cataclisma tellurico, abbia potuto far nascere la leggenda che la rupe si fosse così squarciata dalle sue viscere per la morte del Redentore (et omnis terra tremuit, et petrae scissae sunt).

Volgeva l’anno 1213 quando il Conte Orlando, Signore di Chiusi, saputo che il poverello di Assisi era alla ricerca di un eremo per raccogliersi in preghiera con i suoi confratelli, donò quella vetta rocciosa che possedeva nel Monte della Verna a San Francesco. Da quanto risulta, questo fu l’unico possesso “immobiliare” che San Francesco accettò fra i moltissimi che gli vennero offerti in dono.

E solo due anni dopo Francesco volle visitare quella montagna e per quell’amore che aveva per la solitudine, “… tanto gli piacque, ch’ei stabilì di fondarvi alcune celle per sé e pei pochi religiosi che lo aveano accompagnato.”

Erano da paco passati cento anni quando, nel 1348, la Verna costituiva la mèta di numerosissimi pellegrini, tanto da dover edificare in forme più ampie Santa Maria degli Angeli che mantenne il nome dalla prima chiesetta eretta dallo stesso San Francesco. Poi fu tutto un succedersi di aggiunte e di ampliamenti, specie a partire dal 1431, quando Eugenio IV mise l’eremo sotto la protezione della Repubblica fiorentina.

In questo “Crudo Sasso” la via percorsa da San Francesco è senza ombra di dubbio una via trionfale, dove ogni pietra segna una grande vittoria dell’amore sull’odio, della giustizia nei confronti di ogni prepotenza, del diritto contro l’abuso, della carità cristiana contro l’egoismo e l’invidia.

E mai come in questi momenti i Rotary Club dell’Area Etruria hanno sentito di fare loro questi principi volendo iniziare il proprio anno rotariano da questo santuario, ricco di spiritualità e di grande rilevanza per il francescanesimo, situato all’interno del Parco delle Foreste Casentinesi.

Buon lavoro Rotary e che sia un anno ricco di soddisfazioni personali e di Club.